Tre anni fa, Halloween di David Gordon Green si proponeva come sequel diretto del primissimo film dedicato all’iconico serial killer mascherato Michael Myers, di fatto annullando da un punto di vista narrativo gli sviluppi successivi del franchise per cercare di recuperare le atmosfere dell’opera di John Carpenter. L’operazione cinematografica di David Gordon Green, purtroppo, non offriva nulla di nuovo nel suo voler ripercorrere gli schemi ormai stantii dello slasher, non riuscendo ad indossare quella veste autoriale che si poteva invece riscontrare nel ben più personale reboot della saga realizzato da Rob Zombie nel 2007, sicuramente più oculato – per quanto differente – nel rimaneggiare le suggestioni carpenteriane originarie per renderle proprie. Con Halloween Kills, David Gordon Green riesce a fare ancora peggio del suo film precedente, non solo attraverso gli stessi formulaici errori ma anche nella fastidiosa superficialità con cui vorrebbe trattare il contemporaneo.
Il secondo capitolo della trilogia del regista statunitense – che dovrebbe concludersi il prossimo anno con Halloween Ends – prende le mosse esattamente dai momenti conclusivi del primo film, delegittimandone a posteriori la carica simbolica (anche se potevamo già intuirne i risvolti dalla scena post-credits, la moda dell’ultimo decennio per creare aspettative sul nulla). Siamo ancora ad Haddonfield, la sera è la stessa, il copione riparte esattamente dove si era fermato: Michael Myers è sopravvissuto ed è pronto a riprendere la sua follia omicida. Il personaggio di Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) è posto ai margini: trasportata in ospedale per le ferite subite nel primo film, la donna viene operata d’urgenza e, dopo una miracolosa guarigione, è già in piedi, determinata ad affrontare nuovamente Michael.
La figlia di Laurie, Karen (Judy Greer), consiglia però caldamente alla madre di restare in ospedale. Così, Halloween Kills sembra orientarsi verso una strada a prima vista differente dal capitolo precedente, ponendo al centro della sua trama i numerosi comprimari del film e non la sua star storica. I veri protagonisti, di fatto, sono i cittadini di Haddonfield, pronti a difendersi attivamente dalla minaccia rappresentata dall’elemento esterno, violento e brutale. Per una volta, la situazione sembra ribaltarsi, e il cacciatore diventa preda. In realtà, le promesse di David Gordon Green sono solo un pretesto per poi rientrare nel canonico: Michael Myers prosegue il suo sterminio, mentre i cittadini si fanno prendere da una psicosi di massa che vorrebbe replicare le isterie collettive contemporanee, abbracciando un sottotesto politico pretenzioso e assolutamente non richiesto.
L’unica sequenza interessante di Halloween Kills è il flashback dedicato ad espandere gli eventi dell’originale Halloween, ma il fatto che l’episodio più brillante del film sia un reprise del capolavoro di Carpenter rende maggiormente manifesta la profonda disconnessione strutturale di questo Halloween Kills. Come se non bastasse, David Gordon Green reintroduce anche il personaggio dello sceriffo Leigh Brackett (Charles Cyphers) riferendosi ad un episodio tragico di Halloween II, dimenticandosi però che gli eventi di quel film non sono mai accaduti (!) nel nuovo canone da lui tracciato. Per il regista statunitense, oltre ad Halloween Ends, dovrebbero essere in cantiere una trilogia sequel dell’originale L’esorcista e una serie su Hellraiser: che Dio ce ne scampi.
Daniele Sacchi