Il 2018 si è da poco concluso ed è giunto il momento fatidico di tirare le somme sull’annata di cinema appena trascorsa. Invece di stilare una superficiale classifica di titoli dei migliori film, si è deciso di proporre, senza alcuna pretesa di oggettività e in rigoroso ordine alfabetico, una semplice lista di alcune delle pellicole più interessanti uscite durante il 2018.
A Star is Born – Bradley Cooper
L’ennesimo remake di È nata una stella (1937, William Wellman) ci presenta una Hollywood in grado di ripetere se stessa in maniera sorprendentemente originale e non stantia. L’esordio alla regia di Bradley Cooper è infatti un’interessante esplorazione di temi classici in una veste contemporanea, con una Lady Gaga in grande spolvero.
La mia recensione: https://www.criticaleye.it/a-star-is-born/
A Quiet Place – John Krasinski
John Krasinski si allontana dal mood leggero delle opere che di solito lo vedono come protagonista e ci regala uno dei film horror più belli degli ultimi anni, sia dal punto di vista narrativo sia da quello più strettamente tecnico.
La mia recensione: https://www.criticaleye.it/a-quiet-place/
Annientamento – Alex Garland
Dopo il brillante e thought-provoking Ex Machina (2015), Alex Garland realizza con Annientamento un buon adattamento dell’omonimo romanzo di Jeff VanderMeer. A cavallo tra distopia e riflessioni mistico-trascendentali, il film del regista e sceneggiatore inglese è uno sci-fi atipico e imprevedibile che, al di là dei limiti evidenti, riesce a darsi come una ventata d’aria fresca per il genere.
Cold War – Paweł Pawlikowski
In continuità con il precedente Ida (2013), Cold War è per Paweł Pawlikowski un viaggio di ricerca formale e stilistica preciso e ben direzionato. Al centro della trama del film, oltre alla cultura e al folklore della Polonia post-bellica, la storia d’amore tra Wiktor e Zula: una relazione sofferta e travagliata di continuo allontanamento e riavvicinamento nell’Europa tra gli anni ’40 e gli anni ’60.
La mia recensione: https://www.criticaleye.it/cold-war/
First Reformed – Paul Schrader
Dopo diversi passi falsi, come il disconosciuto Il nemico invisibile (2014), Paul Schrader torna sul grande schermo con uno dei suoi film più belli. First Reformed, guidato della sublime prova attoriale di Ethan Hawke (una delle migliori della sua carriera), è una riflessione esistenzialista che non ha paura di toccare diverse tematiche fondamentali dell’umanità, a partire dalle problematiche ambientaliste sino ad arrivare ad un ripensamento del ruolo delle istituzioni religiose.
La mia recensione: https://www.criticaleye.it/first-reformed/
Hereditary – Ari Aster
Inspiegabilmente pubblicizzato come «il nuovo Esorcista», l’esordio alla regia di Ari Aster potrebbe invece essere pensato come un contemporaneo Rosemary’s Baby. Hereditary raccoglie l’eredità del film del 1968 di Roman Polański in quello che di fatto si dimostra essere come un vero e proprio slow burn, un lento ed esasperato crescendo di ansia e angoscia fino al suo disturbante climax. Menzione d’onore alla grande prova attoriale di Toni Collette e alla claustrofobica colonna sonora realizzata da Colin Stetson.
Loro – Paolo Sorrentino
L’interessante riflessione condotta da Paolo Sorrentino in Loro su Silvio Berlusconi (interpretato da un sempre ottimo Toni Servillo) si sofferma su alcune delle particolarità che hanno reso il politico e imprenditore italiano una delle figure centrali nella storia più recente del nostro Paese. Meno apprezzabile invece l’idea di suddividere l’opera in due parti, un’operazione che non fornisce alcun valore aggiunto alla pellicola che, nel complesso, si dimostra tuttavia una visione stimolante sia sul piano estetico sia su quello concettuale.
Revenge – Coralie Fargeat
Una storia di vendetta, ma non solo. Il rape and revenge di Coralie Fargeat si allontana dalla formula classica del genere cercando di reinquadrare, a modo suo e in una chiave rigorosamente camp, il ruolo della donna in un’epoca in cui la deriva maschilista delle nostre società si dà ancora come una triste realtà.
La mia recensione: https://www.criticaleye.it/revenge/
Roma – Alfonso Cuarón
Al giorno d’oggi la parola “capolavoro” è sostanzialmente diventata un meme, a causa dell’abuso che ne viene fatto quotidianamente per giudicare pellicole su pellicole. Per parlare dell’ultimo lavoro di Alfonso Cuarón, per preservare un minimo di credibilità, sarebbe allora meglio esprimersi diversamente: Roma è un film che non può non essere visto, dal momento che rappresenta perfettamente l’arte cinematografica nella sua essenza.
La mia recensione: https://www.criticaleye.it/roma/
Soldado – Stefano Sollima
Con Soldado, il regista italiano si trova a dover fare i conti con la pesante eredità di Denis Villeneuve. Ad una prima visione, Sicario (2013) sembrava essere un’opera a sé stante, difficilmente aperta ad un eventuale sequel. Stefano Sollima tuttavia riesce nell’impossibile nel suo debutto americano, ossia nel mantenere lo spirito originario del film del canadese accompagnandolo allo stesso tempo con il proprio estro registico. Il risultato è un action-thriller denso e incredibilmente realistico, in una rilettura contemporanea del mito della frontiera che riparte dal film precedente per riprenderne la retorica e ampliarla.
Unsane – Steven Soderbergh
Si può girare un film con un iPhone? Secondo Steven Soderbergh si può fare, e anche bene. Unsane è un’operazione singolare, che forse non sfrutta pienamente le possibilità date dal dispositivo mobile utilizzato, ma che in ogni caso risulta essere un thriller psicologico apprezzabile, anche grazie al suo studio accurato sui personaggi e nello sviluppo della trama.
La mia recensione: https://www.criticaleye.it/unsane/
Menzioni speciali
Infine, alcune menzioni speciali a pellicole originariamente rilasciate nel 2017 e che hanno ricevuto una malaugurata distribuzione tardiva sul suolo italiano.
Chiamami col tuo nome – Luca Guadagnino
Hostiles – Scott Cooper (la mia recensione: https://www.criticaleye.it/hostiles/)
Il filo nascosto – Paul Thomas Anderson
Il sacrificio del cervo sacro – Yorgos Lanthimos
La forma dell’acqua – Guillermo del Toro
Tre manifesti a Ebbing, Missouri – Martin McDonagh
Daniele Sacchi