Sequel solo nel nome, Shock Wave 2 vede nuovamente il regista hongkonghese Herman Yau collaborare con Andy Lau in un blockbuster esplosivo che riprende il mood del film precedente ma lo reintegra in una nuova storia. L’artificiere Poon Shing-fung (interpretato da Lau) non può più operare per conto della Hong Kong Police Explosive Ordinance a causa di un incidente sul lavoro che gli ha fatto perdere l’uso di una gamba. Intanto, l’organizzazione terroristica Vendetta guidata da Ma Sai-Kwan e dal misterioso Blizzard è responsabile di numerosi attacchi bomba che sconvolgono la nazione.
Esplosioni, sparatorie, scontri corpo a corpo: la ricetta è conosciuta e nel contesto specifico di Shock Wave 2 agisce in maniera funzionale a ciò che è generalmente richiesto da un prodotto filmico di questo tipo. Chiudendo un occhio su alcune forzature narrative, la gestione dell’intrigo al centro della trama si muove tra le frontiere dell’action, del thriller e dello spy movie per offrire un racconto acceso, ritmato e costantemente alla ricerca dell’intrattenimento spettatoriale. Così, anche i personaggi secondari si trovano a svolgere le proprie funzioni in maniera ottimale, con il loro carattere individuale che si identifica pienamente con le loro azioni sul campo.
Tra una sequenza d’azione e l’altra, è difficile annoiarsi di fronte alle gesta di Poon, grazie anche all’ottima prova attoriale di Andy Lau che riesce a muoversi abilmente tra le diverse “epoche” del suo personaggio. Dopo una prima parte dedicata a mostrarci il lato più umano del personaggio, impegnato nel suo lavoro di artificiere e pronto a mettere in gioco la sua vita pur di salvare gli altri, nella seconda parte del film – ambientata cinque anni più tardi – vediamo invece un lato differente di Poon. Dopo l’ennesima esplosione di una bomba, l’ex agente viene accusato di esserne il responsabile. Tuttavia, l’uomo ha perso la memoria e dovrà ricostruire il suo passato parallelamente allo spettatore, ignaro della trasformazione del protagonista durante il salto temporale.
Sotto questo aspetto, Shock Wave 2 offre qualcosa in meno. L’eccessivo focus sui tormenti del personaggio non è allo stesso livello dei momenti più fragorosi dell’opera, vero e proprio perno attorno al quale ruota il film. Il tentativo di offrire un approfondimento e un background dal sapore drammatico alla storia, sebbene lodevole, stona con il tono sopra le righe del resto della produzione. Anche l’apparente messaggio politico celato a margine non sembra emergere mai veramente, lasciando invece uno spazio preponderante al puro intrattenimento visivo. Niente di male in tutto ciò, se non che da un film di Hong Kong ci si aspetterebbe qualcosa in più da questo punto di vista.
Le recensioni del Far East Film Festival 23
Daniele Sacchi