Archivi dei tag: recensione

“Inferno” di Dario Argento – Recensione

Inferno

Spesso dimenticato o immotivatamente ignorato, Inferno (1980) di Dario Argento è probabilmente una delle opere che rappresentano al meglio la poetica e la visione estetica del maestro dell’horror italiano. Uscito poco tempo dopo rispetto al capolavoro Suspiria (1977), il film ne riprende l’atmosfera e il substrato esoterico proponendosi di fatto come suo vero e proprio …

“Dov’è la casa del mio amico?” di Abbas Kiarostami – Recensione

Dov'è la casa del mio amico?

Dov’è la casa del mio amico? (1987) è il primo film della trilogia di Koker realizzata da Abbas Kiarostami, una serie di opere legate dal fatto di essere ambientate nell’omonimo villaggio iraniano. Con una forte ispirazione neorealista, Kiarostami racconta una storia semplice ma dai connotati simbolici estremamente densi di significato, mettendo in scena un’idea di …

“Picnic ad Hanging Rock” di Peter Weir – Recensione

Picnic ad Hanging Rock

Picnic ad Hanging Rock, cult cinematografico del 1975, è ancora oggi ritenuto un film talmente tanto etereo e puro nella sua rappresentazione dell’idea del sublime (insieme al suo darsi come un’interessante riflessione sul male gaze) da aver persino causato in tempi recenti la produzione di un remake in salsa seriale delle vicende che racconta. L’opera …

“Le vite degli altri” di Florian Henckel von Donnersmarck – Recensione

Le vite degli altri

Le vite degli altri (2006), lungometraggio d’esordio del regista e sceneggiatore tedesco Florian Henckel von Donnersmarck, è forse il film che più di tutti è stato in grado di rappresentare a dovere il clima paranoide caratterizzante gli ultimi anni della Repubblica Democratica Tedesca (la DDR), insieme al suo contesto culturale. Soffermandosi su un periodo storico …

“Victoria” di Sebastian Schipper – Recensione

Victoria

«Una ragazza, una città, una notte, una ripresa». La locandina di Victoria (Sebastian Schipper, 2015) stabilisce immediatamente le basi di ciò che la pellicola, sostanzialmente, vuole rappresentare. Il film di Schipper, realizzato in un impressionante piano sequenza di 2 ore e 20 minuti circa, racconta una notte berlinese attraverso gli occhi di Victoria (Laia Costa), …

“Demonlover” di Olivier Assayas – Recensione

Demonlover

Parlare di Demonlover (2002) come di un corporate thriller dalle tinte neo-noir equivarrebbe a sintetizzare in maniera grossolana e semplicistica l’indagine sulla desensibilizzazione in alcuni contesti mediali contemporanei svolta da Olivier Assayas con il suo lavoro. Il regista francese stesso, nel tessere l’intreccio della sua pellicola, si muove solo tra i confini dei generi ai …