Gotham City, Halloween. Oltre alla criminalità organizzata e alla corruzione dilagante, una nuova figura è pronta per fare il suo ingresso in scena, alimentando ulteriormente il degrado urbano e il perenne clima di tensione che si respira in città: lo spietato serial killer conosciuto come l’Enigmista (Paul Dano). Il compito di fermarlo spetterà al tenente di polizia James Gordon (Jeffrey Wright), una delle poche persone ancora moralmente integre nel Dipartimento di Polizia di Gotham City, e al vigilante mascherato Batman (Robert Pattinson), attivo da due anni nella lotta al crimine. The Batman è l’ultima iterazione cinematografica dedicata all’uomo pipistrello, una versione del supereroe creato da Bob Kane e Bill Finger che tenta di smarcarsi sensibilmente dalle logiche del DC Extended Universe (mai realmente decollato) per cercare di approdare in nuovi territori espressivi e diegetici.
Il Batman partorito da Matt Reeves, il quale figura non solo come regista ma anche come co-sceneggiatore insieme a Paul Craig, è un affresco estremamente cupo sul personaggio e sulle vicende che lo riguardano, un tuffo in un thriller alla David Fincher che si riveste a sua volta di una forte atmosfera noir, accompagnata costantemente da un tema sonoro quasi apocalittico e per certi versi grunge (con tanto di richiamo esplicito a Something in the Way dei Nirvana). È encomiabile inoltre la decisione di procedere con una narrazione in medias res, rifuggendo dalla classica origin story dei cinecomic degli ultimi anni per mostrare invece un Batman già avviato nel suo percorso supereroistico, sebbene da soli due anni. Reeves propone un Batman consapevole dei suoi mezzi e delle sue potenzialità, senza dimenticare di evidenziare allo stesso tempo le sue difficoltà nell’interagire con un criminale acuto quanto brutale come l’Enigmista.
Tra indovinelli criptici e omicidi efferati, Batman si troverà a destreggiarsi all’interno di un racconto investigativo che deve molto a Zodiac del già citato Fincher, basato sul reale caso del cosiddetto Killer dello Zodiaco, senza però cadere mai nel derivativo e dimostrandosi in grado di costruirsi una forte identità propria. Questa identità viene lentamente tratteggiata nel corso del film nel progressivo interfacciarsi tra l’uomo pipistrello e alcuni dei suoi villain storici, come l’eccentrico Pinguino (interpretato da un irriconoscibile Colin Farrell) e il boss mafioso Carmine Falcone (John Turturro). Centrale in The Batman è anche il ruolo di Selina Kyle (Zoë Kravitz), una Catwoman fondamentale per farci entrare in contatto almeno parzialmente con l’universo interiore di un Bruce Wayne imperscrutabile, quasi un tutt’uno con la sua maschera dall’inizio alla fine del film.
Non siamo dinanzi infatti al playboy miliardario interpretato da Christian Bale nella trilogia di Christopher Nolan dedicata al Cavaliere Oscuro, bensì ad un giovane tormentato, ancora scosso dall’omicidio dei genitori subito in tenera età, in lotta con la criminalità per cercare qualcosa che possa validare la sua esistenza. Matt Reeves opta per una quasi totale identificazione tra Bruce Wayne e Batman, così da sottolineare a dovere il suo completo investimento nella maschera che ha deciso di indossare, con la naturale conseguenza del «io sono Vendetta» sentenziato in apertura del film (richiamando tra l’altro esplicitamente la serie animata degli anni ’90).
A fronte di tutto ciò, nonostante il film non raggiunga mai la violenza espressiva del Joker di Todd Phillips (principalmente per questioni di rating, in modo da mantenere il tutto accessibile ad un pubblico giovane), The Batman si presenta comunque come un’opera incredibilmente matura nel trattare con serietà le tensioni predominanti che Reeves desidera mettere in scena, concentrandole in particolare nel confronto tra l’uomo pipistrello e l’Enigmista. Lo sguardo registico di Reeves è calato nelle zone d’ombra, non solo per la cupezza del girato (la mano è soprattutto del dop Greig Fraser) e dunque nella predominanza di un’atmosfera notturna che finisce per abbracciare persino le meravigliose sequenze action, ma anche nell’individuare i difetti costitutivi di attitudine di entrambi i personaggi.
Se da un lato l’Enigmista appare – similmente proprio al Joker di Joaquin Phoenix – come un esempio distorto di sovvertimento irrazionale e di rivolta dal basso, anche Batman non è da meno nella necessità di dover piano piano individuare una via di uscita al proprio collasso identitario. The Batman di Matt Reeves è dunque un approccio lucido alle crisi del contemporaneo, con la cornice del cinecomic adoperata come forma visiva ed espressiva finalmente promotrice di un discorso critico (non accade spesso) e con infine uno sguardo ben direzionato nel proiettare in Gotham City e nei suoi protagonisti le ansie e i timori vigenti nel nostro tessuto sociale, ricercando attivamente nello scontro tra l’Enigmista e Batman quelle specifiche modalità attraverso le quali plasmiamo la nostra identità.
Daniele Sacchi